Droga, rapine, legami con la mala
di Girolamo Romussi
Una maxi operazione antidroga è stata eseguita dalle prime ore di stamane, 11 gennaio, dalla Compagnia dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo, con l’esecuzione di trentacinque ordinanze di custodia cautelare di cui 31 in carcere e 4 agli arresti domiciliari spiccate dalla Procura presso il Tribunale di Foggia. La maxi retata dei Carabinieri ha visto l’impiego di 180 uomini, oltre all’ausilio aereo di elicotteri dell’Arma e l’intervento di reparti cinofili che hanno agevolato le operazioni ed il loro coordinamento, interessando diversi comuni della Capitanata tra cui San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Orta Nova, Foggia, Sannicandro Garganico e Cerignola, nonché aree site fuori la provincia di Foggia come Castellana Grotte, Pescara ed Ancona. I provvedimenti restrittivi rappresentano il frutto di “un’intensa, prolungata e complessa attività investigativa condotta in stretta sintonia con la Procura di Foggia”, dicono dal Comando Provinciale dei carabinieri, sia mediante l’utilizzo di attività tecniche che “attraverso numerosi controlli, osservazioni, nonché pedinamenti” compiuti dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Giovanni Rotondo grazie a cui è stato possibile scoprire, individuare e quindi smantellare assicurando alla giustizia due complessi sodalizi criminosi, di cui uno dedito all’ideazione, preparazione ed organizzazione di rapine, mentre l’altro si rendeva protagonista di un cospicuo traffico di stupefacenti di vario tipo.
L’attività di monitoraggio e di controllo dei militari del Norm di San Giovanni Rotondo ha permesso di rilevare nel territorio della Capitanata i movimenti di un gruppo malavitoso coinvolto in rapine ai danni di istituti bancari ed uffici postali.
Inoltre, lo stesso gruppo criminale si sarebbe servito del “supporto” e delle conoscenze nel territorio di “professionisti” del settore provenienti dalla malavita cerignolana ed addirittura da quella campana che avrebbero dovuto cooperare con loro durante il compimento di tali atti criminosi. Tuttavia, proprio il tempestivo e provvidenziale intervento dei militari è riuscito ad impedire, in tutte le occasioni, che le azioni delinquenziali suddette fossero portate a compimento sia tramite attività di tipo preventivo, ossia con escamotage di vario genere, come per esempio facendo convergere sul luogo una pattuglia, costringendo così il gruppo dei malviventi a desistere dallo scopo criminoso, sia tramite attività repressiva, ossia con sequestri dei mezzi pronti per la rapina. Emblematico è il caso nel quale i militari dei Carabinieri hanno sequestrato dei mezzi che erano stati nascosti dalla banda, pronti all’uso per una rapina e che addirittura erano stati ricoperti con del cellophane sul volante e sul cambio per far in modo di non lasciare eventuali impronte digitali qualora fossero state rinvenute le autovetture da parte delle Forze dell’Ordine.
Le indagini condotte dai militari dell’Arma hanno permesso, inoltre, di scovare e snidare, come prima si è detto, l’organizzazione afferente al mercato di stupefacenti di San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis. Ne è la dimostrazione che le operazioni condotte hanno permesso di captare diverse centinaia episodi di spaccio al dettaglio per un giro d’affari di 300mila euro, in un lasso di tempo di quindici mesi. Ciò che è più preoccupante sta nel fatto che l’ingente quantitativo di denaro che affluiva nella maggior modo dei casi proveniva da acquirenti di giovane età, appartenenti soprattutto alla San Giovanni Rotondo “bene”.
Le indagini compiute e l’operazione realizzata dai Carabinieri rivestono una significativa importanza per il territorio garganico, quale testimonianza diretta e tangibile contro i traffici illeciti delle organizzazioni delinquenziali storicamente radicate sul territorio; ne è la dimostrazione il fatto che tra le persone oggetto dei provvedimenti restrittivi, sono stati assicurati alla giustizia esponenti collegabili ad importanti clan malavitosi del luogo.
Tratto da: statoquotidiano.it