L’intervista
a Toni Augello da uno dei siti letterari più consultati
d’Italia
Toni Noar Augello intervistato dalla
redazione di “Libera il Libro”, uno dei siti letterari più consultati d’Italia.
L’autore
de “Il mercante del freddo”, romanzo
storico giunto anche al Presidente della Repubblica, che non ha
mancato di ringraziare l’autore, inserendo il titolo nella Biblioteca della
Presidenza della Repubblica, risponde così alle domande dell’intervistatrice:
Toni Noar Augello, avvocato di giorno,
scrittore di notte…Vuoi raccontarci un po’ di te?
Sono
nato sul Gargano una trentina d’anni fa. Non amo portare il conto esatto dei
miei anni. Mi basta guardarmi la mattina allo specchio per avere la prova
inconfutabile che il tempo passa senza chiedere permesso. Non è un incontro
particolarmente entusiasmante per incominciare la giornata, ma da qualche parte
trovo l’ironia per farmi un occhiolino e passare al caffè senza badare troppo
ai dettagli.
Com’è nata la tua passione per la
scrittura?
Scrivere
è un effetto collaterale dell’esistenza. Una conseguenza naturale del nostro
vissuto. Non puoi scrivere se non vivi, ed io non scrivo per sentirmi vivo,
scrivo perché non è ho alcun dubbio.
Già due libri pubblicati “Il mercante del
freddo” e “Sto cercando di smettere”, lo stesso scrittore ma due generi completamente
diversi. Ce ne vuoi parlare?
Sono
due opere che hanno genesi e percorsi differenti, infatti. La prima nasce per
dare libero sfogo alla fantasia che rimbomba nella mia testa in seguito alle
ricerche svolte qualche anno fa per preparare la mia tesi di laurea in Storia
del Diritto Italiano. Scrittura ricercata e ricchezza di descrizioni. L’altra è
uno spaccato di vita vissuta senza sfumature oniriche. Diretto come una
fucilata. Un assolo di chitarra elettrica nel silenzio della provincia. Un viaggio
disincantato in una generazione come la nostra, sospesa tra titoli e
specializzazioni professionali di ogni genere ed una reale, precaria condizione
di sopravvivenza, raccontato attraverso la lente della musica di una band
emergente.
Da dove trai l’ispirazione per i tuoi
libri? C’è un luogo, uno spazio in cui ti senti particolarmente a tuo agio in
cui ti rifugi per scrivere?
Creare
è un momento divino che non mi è mai riuscito di programmare. E quando ci ho
provato non ho mai ottenuto risultati molto entusiasmanti. Poi, non essendo un
professionista, ho la fortuna di non dover rispettare nessuna tabella di
marcia. Ecco quando si dice vedere il bicchiere mezzo pieno! Per cui non mi
rifugio da nessuna parte. Mi butto incontro alla vita a viso aperto e non mi
aspetto mai niente. Poi capita che mi ritrovo a scrivere su qualsiasi
superficie, con qualsiasi mezzo, in qualsiasi luogo, perché certi flussi che ti
attraversano vorresti non perderli e cerchi di riportarne da qualche parte
un’immagine che sia il più possibile vicina alle sensazioni che riescono a
darti.
Che sensazione si prova nel digitare
l’ultima parola di un libro?
Non
lo so. Per me l’ultima parola di un libro è solo l’inizio di uno nuovo che
inizi a scrivere molto prima di sederti davanti alla tastiera del tuo pc.
I tuoi libri precedenti sono stati
pubblicati da due case editrici diverse, è stato difficile farsi pubblicare?
Farsi
pubblicare non è un problema per nessuno. Dipende solo da quanto sei disposto a
spendere. Si chiama editoria a pagamento ed è in gran voga, per quel che ne so.
Farsi pubblicare senza spendere un centesimo è un altro discorso, ma alla fine
della fiera non penso che questo possa essere l’unico parametro distintivo per
poter leggere o meno uno scrittore che valga la pena. Per cui, anche se io non
ho speso nulla per pubblicare i miei libri, non garantisco sul risultato
finale. E non condanno in toto l’editoria a pagamento: chi vuole provarci, in
qualche modo deve pur cominciare.
Hai qualche consiglio utile da dare a chi
come te vuole diventare uno scrittore?
Leggere
attentamente le risposte precedenti, mandare al diavolo l’intervistato ed
iniziare a raccontarla, la propria versione dei fatti.
Un famoso detto dice “Non c’è due senza
tre”, stai già lavorando al tuo prossimo libro?
È ancora
giorno, no? Allora mi avvalgo della facoltà di non rispondere e vi lascio, mi
auguro, la curiosità di scoprirlo da soli. Grazie per l’intervista ai gestori
del sito, e per l’attenzione a tutti quelli che hanno deciso di arrivare a
leggere il filo delle mie parole fino a questo punto. Alla prossima volta.