La replica dei
Frati Cappuccini alle accuse di un pittore foggiano
Un gioco per
bambini inventato per favorire la conoscenza della vita e delle opere di Padre
Pio e una pesca di beneficenza divengono oggetto di polemica, ma i frati
cappuccini del convento di San Giovanni Rotondo e della Provincia religiosa ‘Sant’Angelo
e Padre Pio’ non ci stanno e sottolineano che il gioco è stato realizzato otto
anni fa unicamente con finalità catechetiche e viene distribuito gratuitamente
e che le pesche di beneficenza ovunque sono «consuetudine consolidata».
Perchè – si chiedono i frati – si insiste nel «sollevare scandali inesistenti»
e invece non si parla mai di ciò che i cappuccini di San Giovanni Rotondo e di
Foggia «fanno dal punto di vista pastorale e caritativo»?.
La polemica è sorta perchè un pittore foggiano, che già due anni fa attuò uno
sciopero della fame per protestare contro l’ostensione delle spoglie di San Pio
fatta nel 2009, Luis Napolitano, 62 anni, ha denunciato alla ‘Gazzetta del
Mezzogiorno’ che la vita di San Pio è diventata un gioco da tavolo, con le
varie tappe che si raggiungono tirando dadi, come nel classico gioco del ‘Monopoli’.
E non è tutto. L’uomo ha denunciato anche che in una saletta vicina alla nuova
chiesa costruita in onore del Santo, con due o cinque euro si può giocare ed
estrarre un numero col quale si vince qualche souvenir.
Tanto basta per far alzare la voce all’Associazione Amici di Padre Pio-l’Uomo
della Sofferenza, i cui dirigenti – che più volte sono ricorsi alla
magistratura contro i cappuccini – arrivano a sostenere che «i frati di San
Giovanni Rotondo avrebbero trasformato
gioco d’azzardo».
I Frati Cappuccini replicano con una durissima nota. Sottolineando in primo
luogo che il gioco per bambini chiamato ‘Padre Pio è mio’ «è stato realizzato
ben otto anni fa con l’unico intento di favorire una reale conoscenza della
persona, della vita e della spiritualità di Padre Pio attraverso un linguaggio
adatto ai bambini, e che attualmente viene distribuito gratuitamente dai
Cappuccini». Calunnioso, dunque, ritenere il giocattolo un modo «per far
soldi». I frati rilevano inoltre che di giochini didattici con finalità
catechetiche sono pieni i negozi di articoli e libri religiosi.
I Frati poi «si meravigliano» della sorpresa destata da una pesca di
beneficenza. «Infatti, tutti i credenti sanno bene – dicono i frati – che nella
maggior parte delle chiese del mondo, conventuali e non, le pesche di
beneficenza sono una consuetudine ormai consolidata». È pure «scorretto,
offensivo, contrario a ogni evidenza e calunnioso – per i frati – definire
l’area del Santuario di San Giovanni Rotondo ‘una Las Vegas della fede’ e
scrivere che ‘i frati di San Giovanni Rotondo avrebbero trasformato la chiesa
consacrata da Padre Pio in una casa da gioco d’azzardo’».
«I frati, che si riservano di tutelare la propria immagine e soprattutto quella
della loro missione anche nelle sedi giudiziarie opportune, sono meravigliati –
si conclude nella nota – nel constatare come taluni perseverino nel parlare
delle loro iniziative solo per sollevare scandali inesistenti e mai per
sottolineare ciò che essi fanno dal punto di vista pastorale e caritativo. In
questi giorni, infatti, sono passate quasi inosservate due iniziative per
creare pozzi artesiani e una scuola in Ciad, uno dei Paesi più poveri della
terra, dove i confratelli di Padre Pio hanno da oltre 40 anni una missione, e
gli sforzi per rendere più efficiente nelle festività il servizio della mensa
dei poveri di Foggia (iniziativa legata al convento cappuccino dell’Immacolata)
che ogni giorno consente di avere un pasto caldo a decine di indigenti».
da leggo.it
