Le etichette solo sugli alimenti, grazie!
A cura della dottoressa Maria Erika Di Viesti
Psicologa clinica e della salute
Formata in Psicodiagnostica clinica e forense e Neuropsicologia clinica e riabilitativa
Così William Hazlitt definisce il pregiudizio in una sua massima. E mi trova perfettamente concorde.
Partiamo dall’etimologia della parola ignoranza. IGNORANZA, dal latino ignorantia, a sua volta formato dal privativo in e dal verbo greco gnorizein (conoscere) letteralmente significa “mancanza di conoscenza”, trascurare la conoscenza di determinate cose che si dovrebbero, o meglio si potrebbero, sapere.
Proseguiamo con l’etimologia della parola PREGIUDIZIO, composto da prae (prima) e iudicium (giudizio). Praeiudicium, dunque sentenza anticipata. Vi starete chiedendo se è questa una lezione di Italiano. No affatto. E non è nemmeno una lezione. È semplicemente una riflessione.
La stigmatizzazione, i pregiudizi, la discriminazione, possono determinare un ambiente ricco di tensione e problemi di salute mentale.
Siccome chi è vittima è prevenuto, deve fare più sforzi per controllare il proprio comportamento, il proprio ESSERE, c’è il rischio che i pregiudizi sulle interazioni tra etnie diverse o con diversi tipi di sessualità compromettino la funzionalità cerebrale (come possiamo ben notare non si tratta solo di un danno sociale ma anche fisiologico).
Ma oggi non siamo qui per illustrare la teoria del pregiudizio.
Siamo qui invece per illustrare quali sono i modi per abbatterlo!
Puoi valutare innanzitutto i tuoi pregiudizi, devi conoscere quali sono. Riconosci i tuoi pregiudizi e sostituiscili con alternative più ragionevoli. Ad esempio se hai una idea stereotipata del sesso, della religione, della provenienza etnica, della cultura, tieni conto che correrai l’errore di attuare delle generalizzazioni che rischiano di etichettare una certa categoria di persone.
Devi poi cercare di capire che un pregiudizio è una sorta di handicap del proprio punto di vista in quanto ci impedisce di spingerci oltre costruendo un muro entro il quale restano imprigionati i ragionamenti obiettivi.
Devi poi valutare le conseguenze negative del pregiudizio: pregiudizio e discriminazione possono generare nelle persone un abbassamento dell’autostima (o PERDITA!) e un aumento dei disturbi depressivi, creando intorno alla “vittima” un clima desolante fatto di demotivazione. In breve i pregiudizi nei confronti degli altri, senza farla troppo lunga, possono comportare conseguenze disastrose.
Ed infine, non condannarti. Alcuni, la maggior parte delle volte, possono interiorizzare stereotipi e pregiudizi. Circondati allora di varie persone, culture, per renderti conto delle diversità che caratterizzano il mondo, prova a viaggiare in altri paesi o piccole città. Ognuno riuscirà ad introdurre in te un po’ del suo mondo. Entra in contatto con persone che differiscono da te, guarda immagini, leggi libri che aprano la mente ad altre forme di considerazione, devi darti la possibiltà di scardinare i tuoi pregiudizi e le tue false credenze.
Evita di giustificare i luoghi comuni quando sei con gli altri : un pregiudizio può proliferare nel momento in cui una idea già errata viene alimentata.
Discriminare, emettere una sentenza verso qualcuno, equivale a deumanizzare, sminuire, svalorizzare. E chi sei tu per poterlo fare?