Manca il numero legale in Consiglio. Il sindaco chiamato a decidere in fretta
La mancanza del numero legale necessario allo svolgimento del consiglio comunale di ieri ha certificato la crisi amministrativa che da ormai due mesi paralizza l’attività a Palazzo S.Francesco.
Assenti oltre ai sei consiglieri di opposizione anche i tre di ‘In…Formazione‘, Chindamo, Limosani e Bertani, che due giorni fa hanno abbandonato la maggioranza guidata da Barbano, spiegando la loro scelta in un lungo documento pubblicato in esclusiva dalla nostra redazione.
C’è amarezza tra i tesserati del movimento civico, che alle scorse elezioni ha conquistato ben tre seggi e che ha portato Pasquale Chindamo alla Presidenza del Consiglio Comunale e la nomina di Maria Mangiacotti come assessore.
La stessa Mangiacotti ha presentato le dimissioni all’indomani del consiglio del 31 marzo e ora Barbano si ritrova con un Presidente dell’assise all’opposizione e senza maggioranza. Una situazione a dir poco paradossale.
Non sono mancati in questi giorni gli attacchi, sopratutto a mezzo social, contro la coalizione del primo cittadino, con la pubblicazione di video tratti dai comizi della scorsa campagna elettorale in cui Barbano dava per certa la durata quinquennale della sua amministrazione e invitava a dare fiducia ad una compagine del tutto nuova. Un progetto come abbiamo visto disgregatosi nel giro di nove mesi.
Troppe le differenze in una coalizione formata da M5S e varie liste civiche di diversa estrazione tra loro, con elementi che in passato hanno fatto parte del centrosinistra e del centrodestra in varie tornate elettorali. Un malumore espresso anche dalla base storica del Movimento a San Giovanni Rotondo, con alcuni attivisti della prima ora che non si sentono affatto rappresesentati da consiglieri entrati a far parte del M5S, a loro dire, solo per fini elettorali.
Molti, inoltre, sono stati i temi di divisione: dal bilancio all’appalto sui rifiuti, con annesse tariffe Tari, fino alla tanto chiacchierata revoca cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, proposta proprio da Rifondazione (e in seguito appoggiata anche da In…Formazione), ma bocciata dal resto della maggioranza.
Certo che perorare la causa di San Giovanni Rotondo città della pace e dei diritti umani con la macchia di non aver rimosso la cittadinanza al Duce stona un po’, proprio nell’anno Giubilare.

Tornando alla mera politica, il Sindaco si trova ad un bivio: dimissioni o apertura alle opposizioni in cerca di maggioranze alternative per poter portare al termine almeno l’anno giubilare?
Ma proprio riguardo all’ingresso di forze estranee al progetto politico siano esse di destra o di sinistra la posizione di Rifondazione non lascia spazio a ripensamenti: in caso di rimpasto della maggioranza passerebbe all’opposizione, come spiegato nella nota stampa diffusa nei giorni scorsi.
Dichiarato pubblicamente il fallimento politico del progetto #lasvoltagiusta Barbano ha già incontrato la delegazione dei consiglieri di centrodestra alla ricerca di una soluzione.
“La situazione amministrativa del nostro comune ha raggiunto un punto critico” – ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Mimmo Longo.

“La crisi che stiamo vivendo richiede un’attenzione immediata e un intervento deciso per riportare l’ ordine all’interno dell’amministrazione. È fondamentale che si affrontino con serietà le problematiche attuali, e mi preme sottolineare che le eventuali dimissioni del sindaco potrebbero essere un passo necessario per garantire un cambio di rotta e per ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L’amministrazione deve dimostrare di avere la volontà e la capacità di affrontare le sfide che ci attendono. Solo attraverso un’azione chiara e determinata si può rimettere in ordine la nostra comunità e garantire che i principi di organizzazione, programmazione e trasparenza siano rispettati”. In pratica il centrodestra apre al possibile ingresso in maggioranza chiedendo il reset di tutto l’asset comunale, a partire dalla Giunta.
Longo, inoltre stigmatizza quanti in questi giorni si sono lanciati in ipotesi e ricostruzioni: “Nessuno deve permettersi di utilizzare il mio nome per fini personali o politici. Le dichiarazioni che riguardano la mia posizione come consigliere comunale le faccio io tramite la stampa e i canali ufficiali. Non tollererò che altri parlino a nome mio o strumentalizzino le mie parole per scopi diversi da quelli che intendo perseguire. La mia voce è al servizio della comunità e della verità, e intendo utilizzarla per rappresentare al meglio gli interessi dei cittadini di San Giovanni Rotondo”.

Di tutt’altro tono sono invece le considerazioni dell’ex Sindaco Michele Crisetti: “Continua lo stato confusionale dell’amministrazione, tra forze politiche che passano all’opposizione e consigli comunali che vanno deserti. Mi giungono voci che ci sarebbero trattative con i consiglieri di centrodestra. Il condizionale è d’obbligo anche se il nostro sindaco è molto bravo a nascondere i problemi, alla faccia della trasparenza verso i cittadini. In ogni caso un eventuale sblocco dell’attuale e deleterio stallo pare passi con accordi, per ora ufficiosi, col centrodestra. Né io né i consiglieri della coalizione di centrosinistra siamo stati coinvolti dal sindaco. Spero che questa imbarazzante situazione politico-amministrativa si evolva al più presto. La città merita risposte immediate”, ha tuonato l’ex primo cittadino, facendo capire come non ci siano presupposti per un eventuale governo di ‘salute pubblica’.
Insomma i prossimi giorni (in attesa della seconda convocazione del Consiglio Comunale andato deserto ieri) si preannunciano di fuoco: sarà dentro o fuori per Filippo Barbano?