Cosa hanno in più i nuovi assessori rispetto a chi è stato fatto fuori?
Ritirate le dimissioni, ricucita la maggioranza grazie all’intesa con i due Mimmo dell’opposizione (Longo e Gemma), anche l’ultimo tassello della nuova narrazione, la nomina della giunta, è andato al suo posto.
L’unico superstite della vecchia squadra, quindi, resta il vicesindaco Michele Longo. Gli altri? Volti nuovi o quasi sconosciuti. Con curricula politici, tranne uno (pregresso), prossimi allo zero e competenze amministrative ancora tutte da verificare.
E allora, una domanda semplice: cosa potrebbero avere in più questi nuovi assessori rispetto a quelli uscenti? Se a pagare il prezzo più alto sono stati proprio questi ultimi, saranno stati forse loro i responsabili del fallimento della Svolta Giusta?
Se davvero la colpa fosse da attribuire alla giunta precedente, ci si sarebbe aspettati oggi una squadra di altissimo profilo, con esperienze solide, visione e capacità immediata di azione. Invece, emerge un altro scenario: nomi pescati probabilmente per equilibrio, appartenenze o funzionalità tattiche, non certo per merito politico o amministrativo.
E se la risposta fosse: “sono tecnici”, allora se ne tragga almeno una conseguenza logica: sarebbe un’ammissione esplicita che la politica locale attiva non è più in grado di esprimere competenze proprie, e che per provare a rimettere ordine si doveva andare a pescare nel mondo professionale.
Altrimenti, se così non fosse sarebbe forse il caso che i cittadini, oltre ai nomi, conoscessero i curricula politici di chi è stato chiamato a governare con Barbano.
La città attende con ansia di capire se si tratta davvero di una nuova stagione o solo dell’ennesimo cambio d’abito per lo stesso spettacolo.
Sarà un’attesa vana ovviamente.