Ricordare il giovane militare perito in Kosovo per costruire un futuro di pace e unità
In questi giorni segnati da conflitti, è essenziale ricordare e rendere omaggio al sacrificio di Pasquale Dragano, giovane Caporal Maggiore del 18° Reggimento Bersaglieri di Cosenza, deceduto mentre serviva la patria il 24 giugno 1999 in Kosovo.
Quella tragica sera, intorno alle 20, tre colpi di mitragliatrice misero fine alla vita del giovane Pasquale, che aveva appena 21 anni. Egli fu la prima vittima italiana nel conflitto del Kosovo.

Morì a Pristina proprio nel giorno in cui a San Giovanni Rotondo si festeggia il patrono San Giovanni Battista, alle 21.40.
Pasquale Dragano rimane vivo nei miei ricordi, una storia di pace e di speranza per il futuro.
Ricordare è come parlare a una ferita che necessita di essere curata con amore e rispetto. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della sua morte, ci ritroviamo a commemorare il suo sacrificio e a riflettere sulle conseguenze della guerra.
Capita a tutti noi di passare per Piazza Dragano. Ogni passo un pensiero, ogni passo una sofferenza, ogni passo un ricordo.
Pasquale non è solo un nome su una lapide; è il simbolo di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà e la giustizia.
La sua memoria ci esorta a non dimenticare le atrocità del passato e a lavorare instancabilmente per un futuro in cui la guerra possa essere solo un’ombra remota.
Pasquale Dragano vive nei nostri cuori, e ogni gesto di pace che compiamo è un tributo al suo sacrificio. Dobbiamo continuare a diffondere il messaggio di unità, comprensione e amore, affinché la sua memoria possa illuminare il cammino delle generazioni future.
La pace non è solo uno slogan, un obiettivo da raggiungere, ma un percorso da percorrere insieme, con il ricordo di chi ha dato tutto per noi.
Berto Dragano
Questa mattina alle ore 9.30 ci sarà un evento di commemorazione presso la Piazza a lui intitolata.