Quando l’ostinazione è imbarazzante
Ne parlammo qualche giorno fa in un nostro articolo della non obbligatorietà circa i contributi volontari che i dirigenti ed i consigli di istituto delle scuole superiori della nostra città (e non solo) richiedono ed autointerpretano come obbligatori, giustificandoli come ampliamento della offerta formativa e migliorie tecnologiche.
Forse l’ostinazione e la convinzione è così radicata in tali ambiti che qualche dirigente, probabilmente anche alla luce della nostra chiara segnalazione, si è scomodato di scrivere perfino agli alunni per “avvisarli” che il contributo è dovuto, e basta!
Che dire, leggere la lettera è stato parecchio imbarazzante. Argomentazioni che fanno sorridere: dapprima sostengono palesemente che il contributo è volontario, successivamente lo rendono addirittura obbligatorio per le classi III e IV perché (libera interpretazione del dirigente scolastico) “la scuola è pubblica e gratuita ma fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione, ossia fino al biennio delle superiori. Pertanto si ritiene che nel triennio il contributo non debba essere volontario ma obbligatorio”. Peccato che, probabilmente a causa di una non approfondita consultazione della normativa, quanto sopra richiamato, il D.Lgs. n. 297/94 lo prevede per le tasse scolastiche (iscrizione, frequenza, esame e diploma) e assolutamente non per i contributi volontari.
Pertanto, le libere interpretazioni lasciamole per i discorsi in famiglia, o al limite per le discussioni fra amici, ma non in lettere ufficiali indirizzate a docenti, alunni e loro famiglie. Sono solo fuorvianti e tendenziose, oltre che prive di fondamento normativo. Non approfondiamo la minaccia di abolizione dei viaggi di istruzione. Non siamo molto preparati sull’argomento ma pare che gli studenti, da sempre e ovunque, paghino in proprio ogni loro uscita. Ci pare eh!
Ciò a cui le famiglie hanno diritto è la chiarezza, la trasparenza, e soprattutto la verità. Le motivazioni che stanno dietro alla richiesta dei contributi volontari possono anche essere in parte legittime, ma non si può essere poco seri nella informazione e nella comunicazione.
Di seguito il testo della lettera agli studenti:
“Si pregano le SS.VV. di effettuare opera di sensibilizzazione nelle classi di competenza per il versamento del contributo di Istituto che se pur volontario rappresenta una fonte imprescindibile di risorse aggiuntive per l’ampliamento dell’offerta formativa (progetti POF), per il funzionamento didattico-generale, per il miglioramento delle dotazioni tecnologiche nonché per la sussistenza di un fondo di solidarietà a favore degli alunni/e bisognosi. Si fa presente che tale contributo è stato deliberato dal Consiglio di Istituto ed anche per il corrente anno scolastico è pari ad € 50,00 e può essere detratto nella dichiarazione dei redditi.
Inoltre, si precisa che laddove in alcune classi il versamento è stato disatteso nell’importo richiesto, si ridimensioneranno o aboliranno del tutto i viaggi di istruzione da programmare nel prossimo anno scolastico per venire incontro alle evidenti limitate esigenze economiche delle famiglie.
Il contributo scolastico incide per meno di 0,20 centesimi al giorno, rapportato alla durata dell’anno scolastico, si ritiene, quindi, che tale somma sia ampiamente ripagata da quanto la scuola offre come beni e servizi quotidianamente ad ogni singolo alunno.
Infine, si sottolinea che la scuola è pubblica e gratuita ma fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione, ossia fino al biennio delle superiori. Pertanto si ritiene che nel triennio il contributo non debba essere volontario ma obbligatorio.
Tutte queste motivazioni per far comprendere che la scuola può crescere solo se c’è la volontà di tutti di contribuire secondo le proprie possibilità al suo sviluppo senza preconcetti o contrapposizioni meramente ideologiche.”